PAPASIDERO

PAPASIDERO

Situato su uno sperone roccioso che sovrasta la media valle del fiume Lao, Papasidero è uno dei comuni più importanti del Parco Nazionale del Pollino. Il suo toponimo sembra si riferisca a un papas isidoros (igumeno – capo di una comunità basiliana) vista la centralità che il comune ha avuto nella importante regione mercuriense, culla del monachesimo italo-greco, che ha lasciato notevoli tracce in questo territorio. Dal Cinquecento fu Università feudale di cui ebbero titolarità gli Alitto, i Sanseverino e gli Spinelli di Scalea, questi ultimi fino al 1806. Proprio per la particolare conformazione urbanistica in declivio, le stradine interne sono spesso sostituite da scalinate in pietra.

Le abitazioni sono state quasi tutte realizzate con blocchi irregolari di pietra calcarea e ciottoli di fiume legati con la malta. La storia di questo comune è stata notevolmente arricchita con la scoperta di uno dei siti archeologici più importanti d’Europa.

La pace di questi luoghi assieme all’accoglienza della gente e alle sane tradizioni culinarie contribuisce a far vivere momenti di forte suggestione e di sicuro relax.

La Grotta del Romito

La grotta del Romito è un sito risalente al Paleolitico superiore contenente una delle più antiche testimonianze dell’arte preistorica in Italia, e una delle più importanti a livello europeo, situata in località Nuppolara nel comune di Papasidero.

All’esterno si trovano alcune incisioni rupestri, tra le quali la più importante è un graffito raffigurante due bovidi (Bos primigenius), e tracce di antiche sepolture, risalenti a 10.500 anni fa.

Il ritrovamento del graffito è avvenuto nel 1961, è stato datato dagli esperti come appartenente al Paleolitico superiore. Una riproduzione dell’originale si conserva al Museo Nazionale di Reggio Calabria. Altri reperti sono esposti al Museo e istituto fiorentino di preistoria.

All’interno del sito è altresì presente uno strato risalente all’età Neolitica nel quale si ritrovano grosse quantità di ossidiana. Tale ritrovamento è all’origine dell’ipotesi secondo la quale la grotta fosse anticamente una base intermedia per il commercio dell’ossidiana tra Tirreno e Ionio.

L’importanza del sito di Papasidero a livello europeo è legata all’abbondanza di reperti paleolitici, che coprono un arco temporale compreso tra 23.000 e 10.000 anni fa, ed hanno consentito la ricostruzione delle abitudini alimentari, della vita sociale e dell’ambiente dell’Homo sapiens.

Il sito è attualmente visitabile grazie all’intervento dell’Istituto Italiano di Archeologia Sperimentale in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica della Calabria ed il comune di Papasidero. Sul posto sono stati infatti realizzati interventi atti a garantire l’accesso alla grotta (passerelle, impianti di illuminazione) e la fruizione integrata del sito archeologico (guide audio multilingue, materiali didattici per bambini). Il sito è altresì corredato di un antiquarium, dove sono esposti alcuni reperti.

Il Santuario della Madonna di Costantinopoli

Il Santuario della Madonna di Costantinopoli (XVII-XVIII sec.). Incastonato nelle gole del Lao,ai piedi di un costone di roccia a strapiombo sul fiume, il santuario conserva un importante affresco raffigurante la Madonna Odigitria con bambino e una statua in legno della Vergine della fine del XVII secolo.L’edificio originario di modeste dimensioni fu ampliato quasi certamente dopo la peste del 1656 e successivamente alla fine del Settecento e all’inizio dell’Ottocento. La costruzione è stata realizzata in pianta a croce greca, a tre navate e tre campate. L’edificio è raggiungibile attraverso un ponte fatto costruire nel 1904 da Nicola Dario sui resti di un altro (ancora visibile) di epoca medievale.

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